VENEZIA CITTÀ APERTA
CON BRUNETTA SINDACO
Renato Brunetta, ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, ha accettato, a nome di tutta la coalizione del centrodestra, la richiesta di Silvio Berlusconi per la candidatura a sindaco di Venezia.
È un politico del Popolo della Libertà, cioè ritiene che la vera libertà non è sinonimo di individualismo ma è relazione con altri perché rivendica i legittimi diritti e si fa carico dei doveri nei confronti dell’intera società.
“Sono un socialista lib-lab – dice il candidato sindaco – e continuerò ad esserlo... mi candido per la mia città, lo faccio per amore”.
Si tratta di un economista con idee neoliberali e neolaburiste che si riconosce nei valori del Partito Popolare Europeo. I padri fondatori del PPE, tra cui Alcide De Gasperi, avevano convinzioni radicali di libertà, responsabilità e dignità dell’essere umano, considerato come soggetto della storia. Lo statista italiano del dopoguerra sapeva nel suo governo coinvolgere e armonizzare esponenti liberali, repubblicani e socialdemocratici.
Il veneziano del PdL vuole perseguire una politica che difende la persona e la società civile nei confronti delle pretese egemoniche dello Stato. Si tratta di favorire un governo limitato e bilanciato, cioè una democrazia delle libertà e dei diritti: libertà politica, libertà di coscienza, libertà di insegnamento, di religione, di parola. L’impiego delle leggi deve essere interpretato considerando non solo le identità delle persone ma anche le identità della città.
“La Venezia che vogliamo –sostiene Brunetta – sarà una città-mondo, una città aperta che dialoga con tutto il mondo, forte non chiusa, non egoista, non paurosa, ma una città aperta al nuovo, alle nuove tecnologie, capitale degli scambi che è sempre la vocazione di Venezia, al centro dei rapporti tra Est e Ovest”.
Brunetta sindaco innalza il vessillo del Popolo della Libertà e sprona i cittadini ad affrontare la globalizzazione, la crisi economico-finanziaria e l’immigrazione. Si tratta di instaurare un diverso rapporto tra persona e società civile, un diverso modo di concepire il lavoro, cioè la cittadinanza veneziana deve mostrare la sua vera identità storica che è sempre stata aperta, inclusiva e ospitale.
L’esponente politico del PdL manterrà le promesse della campagna elettorale, cioè porte aperte a tutti coloro che da ogni parte del mondo vengono a Venezia per cercare un lavoro e un futuro migliore per la loro famiglia nel rispetto delle nostre leggi. Nessuna tolleranza nei confronti di chi semina odio o intende delinquere a danno dei cittadini veneziani.
Il candidato è un vero testimone, un concittadino che manterrà la tensione morale nella sua comunità e la aiuterà a manifestare la propria identità dinamica. Si tratta di un veneziano autentico che adempirà la sua funzione di sindaco per ridestare i concittadini al senso dei loro compiti, cioè al perseguimento del bene comune della città che si riversa su tutte le persone senza distinzioni.
I suoi collaboratori sapranno vivere in comunione con i cittadini, cioè ascoltarli con fiducia e destandoli alle loro responsabilità, senza manipolare con furbesca propaganda le loro coscienze.
Si tratta di far valere una democrazia personalistica e comunitaria dove viene considerata importante la pubblica opinione, evitando di far intervenire politicamente soltanto gli esperti.
È un politico del Popolo della Libertà, cioè ritiene che la vera libertà non è sinonimo di individualismo ma è relazione con altri perché rivendica i legittimi diritti e si fa carico dei doveri nei confronti dell’intera società.
“Sono un socialista lib-lab – dice il candidato sindaco – e continuerò ad esserlo... mi candido per la mia città, lo faccio per amore”.
Si tratta di un economista con idee neoliberali e neolaburiste che si riconosce nei valori del Partito Popolare Europeo. I padri fondatori del PPE, tra cui Alcide De Gasperi, avevano convinzioni radicali di libertà, responsabilità e dignità dell’essere umano, considerato come soggetto della storia. Lo statista italiano del dopoguerra sapeva nel suo governo coinvolgere e armonizzare esponenti liberali, repubblicani e socialdemocratici.
Il veneziano del PdL vuole perseguire una politica che difende la persona e la società civile nei confronti delle pretese egemoniche dello Stato. Si tratta di favorire un governo limitato e bilanciato, cioè una democrazia delle libertà e dei diritti: libertà politica, libertà di coscienza, libertà di insegnamento, di religione, di parola. L’impiego delle leggi deve essere interpretato considerando non solo le identità delle persone ma anche le identità della città.
“La Venezia che vogliamo –sostiene Brunetta – sarà una città-mondo, una città aperta che dialoga con tutto il mondo, forte non chiusa, non egoista, non paurosa, ma una città aperta al nuovo, alle nuove tecnologie, capitale degli scambi che è sempre la vocazione di Venezia, al centro dei rapporti tra Est e Ovest”.
Brunetta sindaco innalza il vessillo del Popolo della Libertà e sprona i cittadini ad affrontare la globalizzazione, la crisi economico-finanziaria e l’immigrazione. Si tratta di instaurare un diverso rapporto tra persona e società civile, un diverso modo di concepire il lavoro, cioè la cittadinanza veneziana deve mostrare la sua vera identità storica che è sempre stata aperta, inclusiva e ospitale.
L’esponente politico del PdL manterrà le promesse della campagna elettorale, cioè porte aperte a tutti coloro che da ogni parte del mondo vengono a Venezia per cercare un lavoro e un futuro migliore per la loro famiglia nel rispetto delle nostre leggi. Nessuna tolleranza nei confronti di chi semina odio o intende delinquere a danno dei cittadini veneziani.
Il candidato è un vero testimone, un concittadino che manterrà la tensione morale nella sua comunità e la aiuterà a manifestare la propria identità dinamica. Si tratta di un veneziano autentico che adempirà la sua funzione di sindaco per ridestare i concittadini al senso dei loro compiti, cioè al perseguimento del bene comune della città che si riversa su tutte le persone senza distinzioni.
I suoi collaboratori sapranno vivere in comunione con i cittadini, cioè ascoltarli con fiducia e destandoli alle loro responsabilità, senza manipolare con furbesca propaganda le loro coscienze.
Si tratta di far valere una democrazia personalistica e comunitaria dove viene considerata importante la pubblica opinione, evitando di far intervenire politicamente soltanto gli esperti.
Renato Brunetta darà alla sua città uno slancio dinamico in grado di vivificare i cuori dei veneziani e le loro coscienze per una libertà solidale.
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