venerdì 19 febbraio 2010

Il PdL propone l’etica veneziana

CASA E LAVORO SICURO
CON I VALORI CONDIVISI

Renato Brunetta è guida del Popolo della Libertà di Venezia.
I suoi concittadini lo eleggono sindaco perché è un politico capace che ha presentato un programma di idee, realizzabili con la condivisione dell’etica veneziana, per far funzionare in modo corretto l’economia.
Il candidato è in grado di ridestare la tensione morale nella società civile per fare esprimere alla città la propria identità con l’impegno di tutti quelli che credono nei seguenti valori: dignità della persona, centralità della famiglia, libertà, responsabilità, uguaglianza, giustizia sociale, legalità, solidarietà e sussidiarietà.
Il PdL si è impegnato a realizzare con Brunetta sindaco questo ideale di cittadinanza, fondato sul rispetto dell’esistenza concreta di ogni uomo o donna che vuole farsi protagonista della sua storia aperta al bene comune, ponendo la sua libertà al centro della vita quotidiana come apertura di fini e di senso del buon vivere.
La persona per essere se stessa - sostiene Angelo Scola, Patriarca di Venezia - è chiamata a riconoscere la sua strutturale apertura in quanto è unità di individuo e di comunità, cioè dipende dalla relazione con altre persone significative per il compimento della sua naturale socialità”.
Mio padre e mia madre - dice Brunetta – sono stati i pilastri della mia vita. Così come la mia famiglia e i miei fratelli. Ho imparato da mio padre che mi ha insegnato l’etica del lavoro, nel senso che lavorava più di tutti, dalla mattina alla sera per la famiglia”.
Il candidato del PdL valorizza la “soggettività affettiva, economica ed etica della famigliaveneziana. In una città in cui convivono molteplici concezioni di vita e di cultura, il “buon governo” si può ottenere promuovendo “una convivenza partecipata da tutti”. Si tratta di innestare il “nuovo sull'antico”. La famiglia costituisce un valore universale, una dimensione dinamica per il progresso della comunità civile.
La libertà deve essere anche nell'economia. Il mercato deve tener conto di tutti, perché così può essere non solo morale ma anche efficiente. Si tratta di non escludere nessuno dal benessere e dalla "vita buona" e ripristinare un’economia in cui valgono le relazioni, la cooperazione e la responsabilità. L’eticità per l’economista veneziano è far convergere politica e consenso. Coesione politica sulle linee strategiche, tempi certi, maggioranza coesa e orientata su uno stesso programma, regole chiare e nette.
“Venezia è in crisi - afferma Brunetta - perché non offre più futuro, non offre più lavoro ai giovani, non offre più le case”.
Il suo programma è quello di “invertire questa tendenza”, cioè riportare nuovi veneziani che vogliono lavorare e costruire un futuro nella città in cui è bello vivere per loro e per i loro figli.
“Quella di Giuseppe Volpi – sostiene il ministro – è stata l’ultima esperienza strategica per la città. Il geniale imprenditore veneziano, nei primi decenni del Novecento, fece di Marghera uno dei più grandi poli industriali al mondo con 40 mila operai. Ora siamo senza investimenti e senza futuro. Il polo industriale di Marghera va salvato perché nella nuova Europa Venezia è tornata al centro di traffici tra Est e Ovest”.
Brunetta sindaco vuole ripartire da una nuova base economica e propone con il suo programma di rilanciare Marghera, dare dignità di città a Mestre, completare il Mose, fare la metropolitana sub lagunare, collegando aeroporto, ferrovia, Lido, Giudecca, completare il sistema viario intorno all’aeroporto.
Questo è il momento di Brunetta sindaco: “Una Venezia grande per i veneziani e per tutti quelli che desiderano diventare veneziani. Una città al centro del mondo”.

giovedì 11 febbraio 2010

PdL garante di libertà per tutti i cittadini

VENEZIA CITTÀ APERTA
CON BRUNETTA SINDACO
Renato Brunetta, ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, ha accettato, a nome di tutta la coalizione del centrodestra, la richiesta di Silvio Berlusconi per la candidatura a sindaco di Venezia.
È un politico del Popolo della Libertà, cioè ritiene che la vera libertà non è sinonimo di individualismo ma è relazione con altri perché rivendica i legittimi diritti e si fa carico dei doveri nei confronti dell’intera società.
“Sono un socialista lib-lab – dice il candidato sindaco – e continuerò ad esserlo... mi candido per la mia città, lo faccio per amore”.
Si tratta di un economista con idee neoliberali e neolaburiste che si riconosce nei valori del Partito Popolare Europeo. I padri fondatori del PPE, tra cui Alcide De Gasperi, avevano convinzioni radicali di libertà, responsabilità e dignità dell’essere umano, considerato come soggetto della storia. Lo statista italiano del dopoguerra sapeva nel suo governo coinvolgere e armonizzare esponenti liberali, repubblicani e socialdemocratici.
Il veneziano del PdL vuole perseguire una politica che difende la persona e la società civile nei confronti delle pretese egemoniche dello Stato. Si tratta di favorire un governo limitato e bilanciato, cioè una democrazia delle libertà e dei diritti: libertà politica, libertà di coscienza, libertà di insegnamento, di religione, di parola. L’impiego delle leggi deve essere interpretato considerando non solo le identità delle persone ma anche le identità della città.
“La Venezia che vogliamo –sostiene Brunetta – sarà una città-mondo, una città aperta che dialoga con tutto il mondo, forte non chiusa, non egoista, non paurosa, ma una città aperta al nuovo, alle nuove tecnologie, capitale degli scambi che è sempre la vocazione di Venezia, al centro dei rapporti tra Est e Ovest”.
Brunetta sindaco innalza il vessillo del Popolo della Libertà e sprona i cittadini ad affrontare la globalizzazione, la crisi economico-finanziaria e l’immigrazione. Si tratta di instaurare un diverso rapporto tra persona e società civile, un diverso modo di concepire il lavoro, cioè la cittadinanza veneziana deve mostrare la sua vera identità storica che è sempre stata aperta, inclusiva e ospitale.
L’esponente politico del PdL manterrà le promesse della campagna elettorale, cioè porte aperte a tutti coloro che da ogni parte del mondo vengono a Venezia per cercare un lavoro e un futuro migliore per la loro famiglia nel rispetto delle nostre leggi. Nessuna tolleranza nei confronti di chi semina odio o intende delinquere a danno dei cittadini veneziani.
Il candidato è un vero testimone, un concittadino che manterrà la tensione morale nella sua comunità e la aiuterà a manifestare la propria identità dinamica. Si tratta di un veneziano autentico che adempirà la sua funzione di sindaco per ridestare i concittadini al senso dei loro compiti, cioè al perseguimento del bene comune della città che si riversa su tutte le persone senza distinzioni.
I suoi collaboratori sapranno vivere in comunione con i cittadini, cioè ascoltarli con fiducia e destandoli alle loro responsabilità, senza manipolare con furbesca propaganda le loro coscienze.
Si tratta di far valere una democrazia personalistica e comunitaria dove viene considerata importante la pubblica opinione, evitando di far intervenire politicamente soltanto gli esperti.
Renato Brunetta darà alla sua città uno slancio dinamico in grado di vivificare i cuori dei veneziani e le loro coscienze per una libertà solidale.

lunedì 8 febbraio 2010

La fiducia è riposta in Brunetta sindaco

AI CITTADINI VENEZIANI
LAVORO E FINANZIAMENTI

Renato Brunetta, acclamato il 15 novembre 2009 all’Hotel Russot di Mestre e votato all’unanimità l’11 gennaio dal coordinamento cittadino del Popolo della Libertà per le elezioni amministrative del 2010, è candidato sindaco a Venezia.
“È una personalità politica di primo piano – si legge il 20 gennaio in una nota dell’Ufficio di presidenza del PdL – e il presidente Silvio Berlusconi, a nome dell’intera coalizione, gli ha chiesto di accettare la candidatura. Brunetta è un veneziano autentico. La sua città subisce da anni un grave declino e merita finalmente una guida capace di valorizzare le enormi potenzialità”.
Si tratta di un economista, di un socialista che sta con Berlusconi perché crede nel lavoro e non sopporta le ingiustizie. “Sto con lui - sostiene il politico veneto - perché ha salvato l'Italia ed ha ridato voce e dignità a un popolo, cioè a tanti operai, tanti artigiani, commercianti, piccoli imprenditori, tanti professionisti, tanti pensionati, tante casalinghe, tanta gente per bene. Tanti fatti a favore del lavoro e delle famiglie”.
I Veneziani avranno il “vantaggio” di avere un sindaco che è anche ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione.
Il direttore di Confesercenti, Maurizio Franceschi, dice: “Quello che serve è un interlocutore serio per i commercianti, una squadra di assessori competenti e un programma chiaro che punti allo sviluppo di Venezia e soprattutto della sua terraferma”.
Per Brunetta sindaco la democrazia è trasparenza, cioè assumersi degli impegni, dar conto di quello che si è fatto giorno dopo giorno. È gentilezza e capacità di ascoltare, di parlare con la gente, al cuore della gente.
A Venezia, nella sede del Confartigianato, il segretario Gianni De Checchi accoglie il ministro ed afferma: “I piccoli imprenditori hanno voglia di cambiamento”. Il candidato sindaco distribuisce il programma elettorale ed afferma che il suo obiettivo è quello di arrivare a 50 mila nuovi posti di lavoro per i residenti, 25 miliardi di investimento con la vendita delle 10 mila case pubbliche e con la rimessa in moto della manutenzione. Gli interventi mirati in terraferma, nel centro storico e nell’ambito lagunare come il Mose, la Sublagunare, la Biennale, il rilancio della “creatività” produttiva, costituiranno una “miniera d'oro” per tutti i lavoratori.
Il Popolo della Libertà è una grande intuizione di Berlusconi che di fatto ha riunito tutti i politici per una “attività di governo riformista” che pone la persona al centro della sua attenzione.
Brunetta sindaco è l’uomo giusto, autorevole, sereno e determinato per Venezia, in grado di dar spazio al cattolicesimo liberale e popolare, al riformismo laico e socialista, al conservatorismo nazionale e comunitario, al federalismo liberale, per creare una città aperta a “chi viene in pace per lavorare”, cioè una città degli uomini, una "grande Venezia".
“Rispetto la Chiesa – afferma il ministro – sto da una parte sola, quella dei lavoratori e dei più deboli. Ognuno deve avere una abitazione di proprietà, per questo voglio che siano riscattate tutte le case pubbliche del Comune, reinvestendo in abitazioni per i più giovani”.
Il popolo dei cittadini veneziani darà fiducia a Brunetta.