La lirica dal titolo "Sardegna" di Salvatore Quasimodo
Nell’ora mattutina a luna accesa,
appena affiori, geme
l’acqua celeste.
appena affiori, geme
l’acqua celeste.
Ad altra foce
più dolente sostanza
soffiò di vita l’urlo dei gabbiani.
più dolente sostanza
soffiò di vita l’urlo dei gabbiani.
Mi trovo di stessa nascita;
e l’isolano antico,
ecco, ricerca il solo occhio
sulla sua fronte, infulminato,
e il braccio prova
nel lancio delle rupi maestro.
e l’isolano antico,
ecco, ricerca il solo occhio
sulla sua fronte, infulminato,
e il braccio prova
nel lancio delle rupi maestro.
Graniti sfatti dall’aria,
acque che il sonno grave
matura in sale.
La pietà m’ha perduto;
e qui ritrovo il segno
che allo squallido esilio
s’esprime amoroso;
acque che il sonno grave
matura in sale.
La pietà m’ha perduto;
e qui ritrovo il segno
che allo squallido esilio
s’esprime amoroso;
nei nomi di memoria: Siliqua
dai conci di terra cruda,
negli ossami di pietra
in coni tronchi.
dai conci di terra cruda,
negli ossami di pietra
in coni tronchi.
Deserto effimero: in cuore gioca
il volume dei colli d’erba giovane;
e la fraterna aura conforta amore.
il volume dei colli d’erba giovane;
e la fraterna aura conforta amore.
Questo bel monte si erge, attraverso un bosco di lecci e la macchia alta. L'ascesa non è particolarmente difficile, anche se è richiesta una buona forma fisica. Una volta saliti ai 948 metri della cima, il panorama è unico: a est il Golfo di Cagliari, a nord il Campidano, a nord-est il massiccio dei Settefratelli, a sud i monti del Sulcis, ricoperti dalla foresta di lecci più vasta del Mediterraneo. Seduti all'ombra delle querce, capita spesso che si può osservare il volo di aquile
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