lunedì 4 novembre 2013

Responsabilità politica per le riforme

L'ITALIA RISCHIA INSTABILITÀ
E    DISGREGAZIONE    SOCIALE
"In un mondo sempre più complesso e interdipendente - ha detto il Presidente della Repubblica italiana in occasione delle celebrazioni del 4 novembre per l'Unità Nazionale - in cui i rischi dell'instabilità e della disgregazione sociale e le minacce transnazionali del terrorismo e della criminalità organizzata premono ormai da vicino sull'Italia e sull'Europa, le Forze armate svolgono un ruolo di crescente importanza per il futuro del Paese. È inoltre necessario andare avanti con le riforme in uno scenario sempre più complesso in cui le risorse disponibili sono sempre più ridotte; servono dei cambiamenti e al più presto operanti i meccanismi attuativi delle riforme in corso".
Povertà e disoccupazione alimentano rabbia nel popolo che aspetta riforme coraggiose da parte del governo e leggi più rispondenti ai veri bisogni dei cittadini sommersi in una recessione che provoca aumento dell'indigenza e fuga dei giovani all'estero. Per l'ISTAT la disoccupazione arriva al 12,5% ed è record dal 1977. Per i giovani al di sotto dei 24 anni, il dato è più drammatico perché sale al 40,4%.
La coperta è corta? Come risolvere il problema? La soluzione c'è, basta avere coraggio.
Il governo delle "larghe intese" è impegnato "nella messa a punto" della Legge di stabilità e deve rispettare non solo il rapporto del 3% deficit-Pil ma anche chiamato a promuovere la ripresa per uscire dalla crisi.
Mario Monti chiede ad Enrico Letta un "patto scritto di governo" sul fisco e sulle riforme, minacciando in caso contrario l’abbandono dell’appoggio al governo. La coalizione di governo "serve a condividere la responsabilità politica per fare riforme che, nell’interesse della crescita e dell’equità, colpiscono interessi costituiti. Non può diventare un accordo per distribuire favori da una parte e dall’altra. La stabilità è un valore se serve per fare le cose. Non deve diventare un alibi. Da tempo chiediamo un patto di coalizione dettagliato e verificabile e un meccanismo di verifica per controllare che gli impegni siano stati mantenuti".
"Dovremmo recuperare lo spirito per cui è nato il governo Letta - ha affermato Linda Lanzillotta, vice presidente del Senato - invece in questi mesi abbiamo assistito ad ultimatum da parte dei due maggiori partiti come se le larghe intese servissero per nascondere debolezze interne e restituire mance elettorali".
Indispensabile l'impegno comune - ha sostenuto il capo dello Stato - per far fronte alla difficile situazione economica e finanziaria”. Per il Presidente, la parola unità “si sposa con pluralità, diversità, solidarietà, sussidiarietà. Sentirsi Italiani significa riconoscere come problemi di tutti quelli che preoccupano le famiglie in difficoltà”.
“Siamo ad un punto di disfunzione democratica pericolosissima – ha detto Marco Vitale al Centro Congressi della Fiera di Verona – dobbiamo ricostruire la democrazia del nostro Paese e mondialmente dobbiamo ricostruire il pensiero economico”.
"Uno sforzo aggiuntivo per il credito alle imprese - ha chiesto Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria - perché l’Italia non riesce più a sostenere i limiti di spesa imposti in un momento di recessione. Il principio di risparmio, imposto dai governi negli ultimi anni nel pubblico e nel privato, ha aggravato la crisi e non ha dato soluzioni alla disoccupazione. Le banche hanno già ricevuto un grande sostegno con tassi agevolati dalla Banca centrale europea ma non sostengono il loro ruolo che è quello di "aiutare le famiglie e l'impresa in difficoltà. Ci vuole più coraggio, perché mantenendo lo status quo, anche se ci sono passi nella direzione giusta, che possiamo valutare positivamente, non cambiano l'andamento dell'economia né il futuro del Paese".
L'ossigeno vitale non arriva a chi è impegnato nella produttività del Paese, cioè i lavoratori si trovano ad affrontare una disoccupazione che diventa sempre più insostenibile e le banche continuano a non agevolare il credito a chi fa impresa e genera produttività e lavoro. La famiglia italiana di oggi deve affrontare l’attuale crisi finanziaria, economica e valoriale. Si tratta di recuperare “le radici della crescita delle Regioni per promuovere le loro qualità produttive che fanno vincere le sfide della globalizzazione. Milioni di Italiani vivono, secondo le recenti statistiche, con la metà del reddito medio nazionale (circa 600 euro al mese). La crescita degli indigenti evidenzia una forte disuguaglianza tra ricchi e poveri e un fenomeno di ingiustizia sociale.
La famiglia genera legami di appartenenza, dà forma sociale alle persone, trasmette valori culturali, etici, sociali, spirituali essenziali per lo sviluppo della società civile.
La razionalizzazione morale dell'agire politico deve fondarsi sulla giustizia, la legge e la reciproca amicizia. Si tratta di sforzarsi per applicare le strutture politiche al servizio del bene comune, della dignità della persona e del senso dell'amore civico.
L'attività politica deve basarsi sui bisogni più intimi della vita delle persone e dell’esigenza della pace sociale, dell’amore, delle energie morali e spirituali. Occorre agire nella comunicazione e utilizzare mezzi morali per essere liberi. La forza della società politica presuppone la giustizia perché si avvale delle energie dei cittadini in quanto energie di uomini liberi che sanno esprimersi con amicizia. Si tratta di realizzare un “Programma di cose concrete” miranti ad attuare un piano straordinario per l'occupazione giovanile, salvaguardando “esodati” ed ultracinquantenni, promuovere un piano nazionale per la famiglia con più equità fiscale, garantire il libero accesso alla Sanità, sostenere le imprese agricole tutelando il “made in Italy”, sostenere l’accesso al credito delle piccole e medie imprese, accrescere gli investimenti nella ricerca, ridurre la spesa pubblica, sviluppare la lotta all’evasione, modificare le regole del patto di stabilità, valorizzare il patrimonio paesaggistico, artistico e culturale.
Per governare il Paese e fare ciò che è giusto, occorre la scelta oculata di chi possa rappresentare il popolo con una “specchiata moralità personale”, abbia dimostrato di vivere con rettitudine, abbia “competenza e passione per il bene comune”, sia credibile per risolvere le “patologie politiche” della città.
Scelta civica è in grado di proporre agli Italiani una società fondata sulla libertà e sullo sviluppo economico con le sue "nove proposte programmatiche prioritarie". La politica funziona se toglie gli ostacoli che ogni persona ha nella ricerca del suo appagamento. Il suo fine più profondo quando la società matura sul piano etico. Etica intesa come respiro complessivo di un popolo, come etica pubblica, cioè come trasparenza dei rapporti sociali.
Occorre "eliminare gli sprechi e chiudere le falle nelle amministrazioni pubbliche, togliere sabbia dagli ingranaggi del proprio tessuto produttivo e valorizzare le  proprie eccellenze ".
La politica economica non deve essere basata su continue tasse. Nella riforma tributaria bisogna porre al centro la famiglia per una "società a misura di famiglia". Sì al risanamento finanziario e alla crescita tenendo conto che bisogna dare risposte ai giovani ed eliminare la disoccupazione per garantire "l'equilibrio democratico e la convivenza civile".
Francesco Liparulo - Venezia

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