L'ITALIA RISCHIA INSTABILITÀ
E DISGREGAZIONE
SOCIALE
"In un mondo sempre più
complesso e interdipendente - ha detto il Presidente della Repubblica
italiana in occasione delle celebrazioni del 4 novembre per l'Unità Nazionale -
in cui i rischi dell'instabilità e della
disgregazione sociale e le minacce transnazionali del terrorismo e della
criminalità organizzata premono ormai da vicino sull'Italia e sull'Europa, le Forze armate svolgono un ruolo di
crescente importanza per il futuro del Paese. È inoltre necessario andare avanti con le riforme in uno scenario
sempre più complesso in cui le risorse disponibili sono sempre più ridotte;
servono dei cambiamenti e al più presto operanti
i meccanismi attuativi delle riforme in corso".
Povertà e disoccupazione alimentano rabbia nel popolo che aspetta riforme coraggiose da parte del governo e leggi più rispondenti ai veri bisogni dei cittadini sommersi in una recessione che provoca aumento dell'indigenza e fuga dei giovani all'estero. Per l'ISTAT la disoccupazione arriva al 12,5% ed è record dal 1977. Per i giovani al di sotto dei 24 anni, il dato è più drammatico perché sale al 40,4%.
Povertà e disoccupazione alimentano rabbia nel popolo che aspetta riforme coraggiose da parte del governo e leggi più rispondenti ai veri bisogni dei cittadini sommersi in una recessione che provoca aumento dell'indigenza e fuga dei giovani all'estero. Per l'ISTAT la disoccupazione arriva al 12,5% ed è record dal 1977. Per i giovani al di sotto dei 24 anni, il dato è più drammatico perché sale al 40,4%.
La coperta è corta? Come
risolvere il problema? La soluzione c'è, basta avere coraggio.
Il
governo delle "larghe intese" è impegnato "nella messa a
punto" della Legge di stabilità e deve rispettare non solo il rapporto del
3% deficit-Pil ma anche chiamato a promuovere la ripresa per uscire dalla
crisi.
Mario Monti chiede ad Enrico
Letta un "patto scritto di governo" sul
fisco e sulle riforme, minacciando in caso
contrario l’abbandono dell’appoggio al governo. La coalizione di governo "serve
a
condividere la responsabilità politica per fare riforme che,
nell’interesse della crescita e dell’equità, colpiscono
interessi costituiti. Non può diventare un accordo per distribuire favori
da una parte e dall’altra. La stabilità è un valore se serve per
fare le cose. Non deve diventare un alibi. Da tempo chiediamo un patto
di coalizione dettagliato e verificabile e un
meccanismo di verifica per controllare che gli impegni siano stati
mantenuti".
"Dovremmo recuperare
lo spirito per cui è nato il governo Letta - ha affermato Linda
Lanzillotta, vice presidente del Senato - invece in questi mesi abbiamo
assistito ad ultimatum da parte dei due maggiori partiti come se le larghe
intese servissero per nascondere debolezze interne e restituire mance
elettorali".
“Indispensabile l'impegno comune - ha sostenuto il capo dello Stato
- per far fronte alla difficile situazione economica e finanziaria”. Per il
Presidente, la parola unità “si sposa con pluralità, diversità, solidarietà,
sussidiarietà. Sentirsi Italiani
significa riconoscere come problemi di tutti quelli che preoccupano le famiglie
in difficoltà”.
“Siamo ad un punto di disfunzione
democratica pericolosissima – ha detto Marco Vitale al Centro
Congressi della Fiera di Verona – dobbiamo ricostruire la democrazia del nostro
Paese e mondialmente dobbiamo ricostruire il pensiero economico”.
"Uno sforzo aggiuntivo per il credito
alle imprese - ha chiesto Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria - perché
l’Italia non riesce più a sostenere i
limiti di spesa imposti in un momento di recessione. Il principio di
risparmio, imposto dai governi negli ultimi anni nel pubblico e nel
privato, ha aggravato la crisi e non ha dato soluzioni alla disoccupazione.
Le banche hanno già ricevuto un grande sostegno con tassi agevolati dalla Banca
centrale europea ma non sostengono il loro ruolo che è quello di "aiutare
le famiglie e l'impresa in difficoltà. Ci
vuole più coraggio, perché mantenendo
lo status quo, anche se ci sono passi nella direzione giusta, che possiamo
valutare positivamente, non cambiano
l'andamento dell'economia né il futuro del Paese".
L'ossigeno vitale non arriva a chi è
impegnato nella produttività del Paese, cioè i lavoratori si trovano ad
affrontare una disoccupazione che diventa sempre più insostenibile e le
banche continuano a non agevolare il credito a chi fa impresa e genera
produttività e lavoro. La famiglia italiana di oggi deve affrontare l’attuale crisi
finanziaria, economica e valoriale. Si tratta di recuperare “le radici della
crescita delle Regioni per promuovere le loro qualità produttive che fanno
vincere le sfide della globalizzazione. Milioni di Italiani vivono, secondo le
recenti statistiche, con la metà del reddito medio nazionale (circa 600 euro al
mese). La crescita degli indigenti evidenzia una forte disuguaglianza tra
ricchi e poveri e un fenomeno di ingiustizia sociale.
La famiglia genera legami di appartenenza, dà forma sociale alle persone, trasmette valori culturali, etici, sociali, spirituali essenziali per lo sviluppo della società civile.
La famiglia genera legami di appartenenza, dà forma sociale alle persone, trasmette valori culturali, etici, sociali, spirituali essenziali per lo sviluppo della società civile.
La razionalizzazione morale dell'agire politico deve fondarsi sulla
giustizia, la legge e la reciproca amicizia. Si tratta di sforzarsi per
applicare le strutture politiche al servizio del bene comune, della dignità
della persona e del senso dell'amore civico.
L'attività politica deve basarsi sui
bisogni più intimi della vita delle persone e dell’esigenza della pace sociale,
dell’amore, delle energie morali e spirituali. Occorre agire nella
comunicazione e utilizzare mezzi morali per essere liberi. La forza della
società politica presuppone la giustizia perché si avvale delle energie dei
cittadini in quanto energie di uomini liberi che sanno esprimersi con amicizia. Si tratta di realizzare un “Programma
di cose concrete” miranti ad attuare un piano straordinario per l'occupazione giovanile, salvaguardando
“esodati” ed ultracinquantenni, promuovere un
piano nazionale per la famiglia con più equità fiscale, garantire il libero
accesso alla Sanità, sostenere le imprese agricole tutelando il “made in
Italy”, sostenere l’accesso al credito delle piccole e medie imprese,
accrescere gli investimenti nella ricerca, ridurre la spesa pubblica,
sviluppare la lotta all’evasione, modificare le regole del patto di stabilità,
valorizzare il patrimonio paesaggistico, artistico e culturale.
Per governare il Paese e fare ciò che è giusto, occorre la scelta
oculata di chi possa rappresentare il popolo con una “specchiata moralità
personale”, abbia dimostrato di vivere con rettitudine, abbia “competenza e
passione per il bene comune”, sia credibile per risolvere le “patologie
politiche” della città.
Scelta civica è in grado di proporre
agli Italiani una società fondata sulla libertà e sullo sviluppo economico con
le sue "nove proposte programmatiche prioritarie". La politica
funziona se toglie gli ostacoli che ogni persona ha nella ricerca del suo
appagamento. Il suo fine più profondo quando la società matura sul
piano etico. Etica intesa come respiro complessivo di un popolo, come
etica pubblica, cioè come trasparenza dei rapporti sociali.
Occorre "eliminare gli sprechi
e chiudere le falle nelle amministrazioni pubbliche, togliere sabbia dagli
ingranaggi del proprio tessuto produttivo e valorizzare le proprie eccellenze ".
La politica economica non deve essere basata su continue tasse. Nella
riforma tributaria bisogna porre al centro la famiglia per una "società
a misura di famiglia". Sì al risanamento finanziario e alla
crescita tenendo conto che bisogna dare risposte ai giovani ed eliminare la
disoccupazione per garantire "l'equilibrio democratico e la
convivenza civile".
Francesco Liparulo - Venezia
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