DEMOCRATICITÀ E
PARTECIPAZIONE
PER LE SCELTE
GIUSTE DEL PAESE
"Scelta Civica è un movimento
politico - art.2 dello Statuto dell'Associazione "SC" - fondato sui principi di democraticità e partecipazione
che ha come scopo il rinnovamento e il rilancio del sistema politico, sociale
ed economico dell'Italia. L'attività e l'organizzazione di SC sono regolati
dallo Statuto, dal Codice Etico e dai regolamenti di SC". Per Mario Monti, leader del movimento,
il compito dell'Associazione "sarà
quello di rendere popolari le scelte giuste di cui il Paese ha bisogno per uscire dalla crisi e tornare a crescere.
Un disegno di questo tipo è arduo, perché deve saper unire l'anima liberale riformista e l'anima sociale e solidarista del
Paese, dando vita a quella economia sociale di mercato che in Italia come
in Europa deve saper riconciliare il mercato e la socialità".
"Noi vogliamo essere un grande partito popolare - ha detto il 19 luglio a Padova
Lorenzo Dellai, capogruppo alla Camera di Scelta Civica, - perché abbiamo
un'anima e una vocazione autenticamente popolare e territoriale. Noi siamo
il partito delle realtà sociali, delle famiglie, dei movimenti, delle
associazioni e delle autonomie territoriali. Dobbiamo Parlare di più di
lavoro, di scuola, di servizi, di quello che interessa alla gente. E anche
tenere i conti in ordine perché questo è il mezzo per realizzare una politica
sociale e per il lavoro. Al Paese serve un'idea di coalizione che sappia
governare".
Si parla di sintesi della tradizione popolare
e della migliore tradizione liberale.
Il tema principale con cui oggi il pensiero neoliberale si incontra e si
scontra è il pluralismo morale. I neoliberali
contemporanei sostengono che nelle liberal democrazie occorre ricostruire le
identità collettive per sottrarre l'individuo all'isolamento. La vita sociale è
frammentata e questo con la concezione liberale dell'etica utilitaristica che
si incentra sull'autodeterminazione dell'individuo manifesta uno schema
antipolitico. La società civile è vista solo come luogo dei bisogni
degli egoismi che si contrappongono alle Istituzioni politiche (il palazzo).
Questo porta a una emarginazione dei caratteri essenziali del pubblico. I
pensatori classici avevano considerato la comunità politica come
"comunicazione nella buona vita", cioè scambio e comunicazione tra
diverse famiglie ed etnie in vista di una vita sociale dotata di beni e virtù.
Col pluralismo morale nasce il dissenso su ciò
che è bene o male, cioè il moralmente buono o cattivo diventa soggetto a
variabili valutazioni. Le posizioni del pensiero pubblico neoliberale
attualmente oscillano tra un polo dove l'interesse è trovare regole
pubbliche e un polo che fa perno sul postulato di autonomia, cioè l'uomo è
libero, il suo valore consiste nell'obbedire a se stesso, alla legge che gli è
stata data, cioè autodeterminazione come autonomia. Questa concezione offusca
la nozione di alterità e porta al neutralismo assoluto. Si tratta per il
liberale radicale di libera concorrenza e libero mercato delle concezioni
del bene e del male. Questo è equivoco perché equipara beni economici e
concezioni di vita.
L'idea civica repubblicana rispetto alla soluzione liberale attuale è più
esigente in quanto richiede che i cittadini sviluppino
disposizioni e scelte orientate verso il bene comune piuttosto che centrate sul
self-interest, cioè siano capaci di vivere legami morali, umani e spirituali
con altri. Se la libertà di coscienza dovesse comportare una completa
traduzione nell'azione e nei comportamenti, qualsiasi legislazione verrebbe
travolta e ci sarebbe l'arbitrio.
Questione fondamentale della nostra epoca è soprattutto il tema
dell'inclusione/esclusione civile. Le società
liberal democratiche falliscono se non riusciranno a includere quelli che sono
esclusi dalla creazione della ricchezza, cioè entreranno in crisi le società se
non pongono rimedio al senso di estraneità e di anomia delle persone. La
preminenza conferita al singolo con la scissione dei legami sociali muta la
democrazia che per l'americano Abraham Lincoln è "il governo del
popolo, da parte del popolo e per il popolo".
Il pensiero neoliberale sostiene che nelle liberal
democrazie le identità individuali sono tutelate mentre occorre ricostruire
l'identità collettiva e sottrarre l'individuo all'isolamento.
La riduzione del bene comune alla cerchia della preferenza privata lascia scoperto l'ambito pubblico dove le questioni del bene riguardano
quello del giusto. La mentalità in cui il bene comune è inteso come mezzo per
scopi individuali sbocca nella scelta di contribuire il meno possibile o nulla
affatto ai costi della convivenza sociale. Per il cattolico liberale il bene
comune è visto come "l'insieme delle condizioni della vita sociale che
permettono ai gruppi come ai singoli membri di raggiungere la propria
perfezione più pienamente e più speditamente".
Le attuali liberal democrazie devono fare i conti con numerose sfide. Si auspica un diverso rapporto fra persona e comunità, cioè un diverso
modo di concepire il lavoro. Si vuole una società civile attraverso più
attenzione ai bisogni delle persone e non cittadinanza attraverso più
mercato. Ci sono scarti tra le
concezioni ideali delle liberal democrazie e la condizione socio politica
reale.
Nella concezione repubblicana - democratica si assegna grande importanza alle virtù civiche, all'idea di
autogoverno e di partecipazione alle
formazioni sociali che si pongono oltre l'individuo. Nel repubblicanesimo
civico la libertà non è libertà dal governo ma capacità e responsabilità di
autogoverno.
Occorre superare i punti deboli del liberalismo in una sintesi più alta, cioè più rispondente al contesto attuale dell'Europa, nel senso di guardare oltre le concezioni della società
che oggi sono chiamate social democratiche.
I punti deboli del liberalismo sono minore resistenza al relativismo
etico che sfida la natura morale del rapporto civile, la piazza pubblica
eccessivamente procedurale e l'idea angusta di società aperta e di laicità
senza considerare l'etica sociale del popolo. È auspicato il ripensamento
del liberalismo in un modo positivo considerando la tradizione del
cattolicesimo liberale che chiama all'azione e orienta all'impegno civile.
La sintesi delle culture menzionate è intesa come pensiero animatore volto a
dirigere l'azione politica.
Lo Stato sarà "veramente liberale" quando non si limiterà a garantire formalmente la libertà di scelta ma
quando intervenendo attivamente provvederà a garantire a tutti la reale
possibilità della loro libertà.
Le tradizioni culturali del popolo italiano sono a favore della società in cui sono avvertiti come problemi nodali
quelli della giustizia sociale, del bene comune, dell'amicizia civica e
dell'interazione tra cittadini e tra cittadini e politici, cioè la
comunicazione nel vivere bene.
Monti ha esortato tutti i parlamentari e aderenti a "SC": “Non
si ceda alla tentazione del ‘richiamo della foresta’, tornando a
raggrupparsi con i propri simili. Sarebbe certo la via meno ardua, la più
rassicurante sul piano dell'identità di ciascuno. Ma sarebbe - temo - una
via sterile. E non in linea con l'impegno preso da chi ha deciso,
liberamente, di battersi per il progetto di Scelta Civica”.
Il movimento politico Scelta civica
vuole svolgere un'azione dinamica per riscattare le forme di vita
quotidiana con l'apertura del singolo cittadino all'altro, cioè all'apertura di
un mondo intersoggettivo, formando una coscienza collettiva e sociale
identificando i bisogni reali con i desideri umani. Al primo posto c'è la famiglia quale società naturale, luogo dello
sviluppo della persona e dell'incontro con l'altro dove amore significa dare e
ricevere e non vedere la famiglia solo come aspetto economico. La società
civile deve essere intesa come "dialogo e comunicazione della vita
buona".
Si tratta per la società
politica di sviluppare le condizioni d'ambiente che possano permettere
alla cittadinanza un grado di vita materiale, intellettuale e morale che ogni
persona vi si trovi aiutata positivamente nel raggiungimento della propria vita
di persona e della propria libertà spirituale, contro ogni forma di
individualismo o di autoritarismo, contro ogni forma di ingiustizia sociale. Si auspica uno stato sociale di giustizia,
d'amicizia civica e di prosperità che rende possibile a ogni uomo o donna
il compimento del suo destino, cioè una società dove si riconosce il diritto di
tutti i cittadini all'esistenza, al lavoro, all'accrescimento della vita di
persona.
La società civile non è composta solo di individui ma anche di società
particolari formate da individui, cioè società particolari con una loro
autonomia. Il pluralismo economico deve
rinnovare e promuovere l'economia delle famiglie e la proprietà familiare
utilizzando i vantaggi della meccanizzazione e della cooperazione.
Francesco Liparulo -
Venezia