SOLUZIONI PER GOVERNARE IL PAESE
CON UNA NUOVA CLASSE POLITICA
"Gli sforzi compiuti per affrontare la crisi - ha detto Giorgio Napolitano - hanno indirizzato l'Italia sul giusto binario. L’Italia condivide con l’Europa fenomeni di recessione e di disoccupazione crescente. La preoccupazione per quei fenomeni e per il malessere sociale che ne deriva, e quindi per i rischi cui è esposta la coesione sociale, deve essere al centro dell'attenzione delle istituzioni. Si dovranno trovare le condizioni per un governo del Paese che metta a frutto il lavoro del Governo Monti le cui decisioni hanno segnato il cammino dal quale l’Italia non potrà discostarsi. Vedremo come si esprimeranno i cittadini e in base al risultato elettorale si troveranno le soluzioni per governare stabilmente il Paese. Non possiamo giocare, qualunque governo ci sia. Ci sono 80 miliardi di interessi da pagare ogni anno per un debito pubblico che è di 2 mila miliardi. Ora a pochi mesi dalla conclusione della legislatura, si evitino passi falsi, passi indietro che rischierebbero di appannare la ripresa di fiducia nell'Italia, la ripresa di credibilità e dignità''.
È in atto lo scontro per le prossime elezioni politiche. I vecchi partiti sono dilaniati nel loro interno e nuovi sedicenti leader si confrontano per l'accaparramento delle simpatie degli elettori, sfiduciati da una politica disattenta ai veri bisogni dei cittadini, impegnati a fronteggiare la galoppante disoccupazione e la povertà che colpisce i ceti meno abbienti della società civile. Per l’Istituto nazionale di statistica, l'11% delle famiglie italiane, circa 3 milioni di nuclei familiari, è povero.
C'è recessione: il prodotto interno lordo italiano è sceso dell’1,2%. La Banca d'Italia, nel suo ultimo bollettino economico, ha evidenziato che l'Italia avrà nel 2013 un Pil negativo dello 0,7%, inferiore a quello europeo, previsto intorno allo 0,2%. Si invita il governo a "procedere con decisione e tempestività nelle misure già adottate" per la ripresa dell'economia. Un ritorno alla crescita contribuirebbe "a un miglioramento delle condizioni del credito e del clima di fiducia".
La questione del governo del Paese richiede la costituzione di un “Partito della nazione”, costituito da cittadini decisi ad ascoltare il popolo e a trovare i rimedi per uscire dalla crisi economico – finanziaria in un momento di profonda recessione per l’Italia. Il Governo Monti è riuscito a impedire il tracollo dello Stato, imponendo un regime di rigore alla spesa pubblica e maggiori tasse, con conseguenze inattese per le famiglie italiane costrette a far fronte alla crisi con l’indebitamento e l’impoverimento (5 milioni di famiglie stentano a vivere quotidianamente). Il passo restrittivo imposto dai tecnici del governo per la salvaguardia delle finanze pubbliche, richiede un ulteriore passo nella direzione dello sviluppo e dell'occupazione per uscire dalla recessione.
L'Italia deve camminare con due gambe, cioè l'austerità fiscale deve congiungersi sussidiariamente con gli investimenti per la crescita economica. Al governo “tocca fornire le condizioni macroeconomiche stabili – ha detto Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia – con un clima favorevole per gli investimenti, un solido quadro legislativo e una regolamentazione bilanciata del mercato del lavoro”.
C'è l'esigenza per la società civile di uno Stato più umano che “riconosca e sostenga” il cittadino secondo il principio della sussidiarietà, agevolando lo sviluppo di tutte quelle energie delle singole persone e delle organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si conserva nel tempo. Il governo deve provvedere a migliorare le infrastrutture, a sostenere la ricerca scientifica e a regolamentare il mercato producendo normative finanziarie e creando maggiore equilibrio tra domanda e offerta nell’ambito del territorio nazionale. Si tratta di frenare la povertà dilagante e la perdita dei posti di lavoro, garantendo equità sociale ed eliminando le ingiustizie sociali tra chi ha troppo e chi non ha nemmeno il necessario per mantenere la famiglia. Occorre dare spazio alla sussidiarietà, generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
“Gli Italiani stanno dando una grande prova di responsabilità – ha detto Jacopo Morelli, presidente dei giovani industriali – accettando misure drastiche e impopolari. C’è anche un dovere morale di ridare fiducia al Paese, creando nuove occasioni di lavoro e dando ossigeno alle aziende per esprimere ogni potenziale al meglio”. “Alle banche e allo Stato – ha detto Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria – chiediamo uno sforzo aggiuntivo per il credito alle imprese”. L’Italia con l’elevata tassazione imposta dal governo non riesce più a sostenere i limiti di spesa imposti in un momento di recessione. Il principio di risparmio, imposto dai governi negli ultimi anni nel pubblico e nel privato, ha aggravato la crisi e non ha dato soluzioni alla disoccupazione. Le banche hanno già ricevuto un grande sostegno con tassi agevolati dalla Banca centrale europea ma non sostengono il loro ruolo che è quello di "aiutare le famiglie e l'impresa in difficoltà". L’ossigeno vitale non arriva a chi è impegnato nella produttività del Paese, cioè i lavoratori si trovano ad affrontare una disoccupazione che diventa sempre più insostenibile e le banche continuano a non agevolare il credito a chi fa impresa e genera produttività e la lavoro.
“Siamo a un punto di disfunzione democratica pericolosissima – ha detto l’economista Marco Vitale – dobbiamo ricostruire la democrazia del nostro Paese e mondialmente dobbiamo ricostruire il pensiero economico, cioè occorre un paziente lavoro coerente per traghettare l’Italia fuori da questa situazione attraverso dismissioni, sviluppo del reddito e la diminuzione della macchina politica che è la più costosa del mondo”. Si tratta di riaffermare e realizzare per la nostra “società attenta ed esigente” i “valori forti” che sono la dignità della persona che lavora, la famiglia, la solidarietà, la sussidiarietà l’economia sociale di mercato.
"È da evitare una convulsa fine della legislatura - ha detto Giorgio Napolitano – e occorre una considerazione del residuo programma di attività previsto nelle due Camere e delle scadenze istituzionali”. Il Presidente della Repubblica è attento a ciò che sta avvenendo tra i partiti che sostengono il Governo Monti e “all’interminabile braccio di ferro, al gioco degli equivoci, al ripetuto alternarsi di opposti irrigidimenti” del Partito Democratico e del Partito della Libertà.
Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha vinto le “primarie di coalizione” per candidarsi a “premier” del prossimo governo. La sua vittoria è stata schiacciante con i voti del partito di Nichi Vendola e del partito di Antonio Di Pietro che non sostengono il Governo Monti.
Ci sono tensioni in Parlamento sui voti di fiducia da parte dei parlamentari del Popolo della Libertà il cui leader ha sostenuto che “serve cambiare tutto e aprire gli occhi per quello che è successo in Italia”.
“Il governo Monti ci ha portato fuori dal baratro – ha detto Pier Ferdinando Casini – non nel baratro come qualcuno, falsificando la realtà, sostiene in queste ore”. Per il leader dell'Udc, “il progetto di costituire un Partito della nazione se prima era urgente ora è fondamentale. Le forze che sostengono il Governo Monti non devono abbassare la guardia perché per gli Italiani i sacrifici di oggi potrebbero essere niente rispetto al rischio di domani. C'è bisogno di iniettare liquidità al sistema, di cominciare a pagare le imprese e c'è bisogno che l'Europa parli di crescita”. Si tratta di scegliere persone in grado di risvegliare nel popolo i valori che sono alla base della società civile italiana. L'invito è rivolto soprattutto ai giovani “in grado di dare una spinta decisiva al cambio di passo del nostro Paese”. La società politica necessita di uomini e donne che possano dare un senso all’esistenza concreta del cittadino, cioè la cittadinanza ha bisogno di persone che credono a un Progetto per il Paese. Si tratta di raggruppare tutti coloro che credono nei seguenti valori: dignità della persona, centralità della famiglia, libertà, responsabilità, uguaglianza, giustizia sociale, legalità, solidarietà e sussidiarietà.
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