mercoledì 18 gennaio 2012

L'Italia fa sentire la sua voce per la crescita

RISVEGLIO DELLA POLITICA
PER SUPERARE LA CRISI
L'arma per battere la speculazione – ha detto Giorgio Napolitano - è rafforzare l'area dell'Euro e procedere senza esitazioni sulla strada dell’unità politica. Nessun Paese può ritenere di poter superare la crisi in atto da solo. All’Italia tocca levare la sua voce perché si vada avanti verso una più conseguente integrazione europea. Abbiamo solo da procedere nel cammino intrapreso per far meglio sentire, in seno alle istituzioni europee, il nostro contributo a nuove, meditate decisioni ed evoluzioni dell’Unione.
La situazione dell'eurozona – ha sostenuto Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea – è peggiorata negli ultimi mesi. La crescita e l'occupazione stanno diventando sempre più gli obiettivi principali da perseguire, congiuntamente col consolidamento fiscale”. Per Draghi va ridimensionato il giudizio di declassamento delle agenzie americane (Standard & Poors, Moody’s, Fitch Ratings) che realizzano ricerche finanziarie e analisi sui titoli azionari dei Paesi dell’eurozona in quanto i loro giudizi sono uno strumento di misura tra tanti.
Mario Monti - ha detto David Cameron, premier della Gran Bretagna – è un leader forte e l’economia europea ha urgente bisogno di cure. Servono nuove proposte per la crescita nell'Unione europea: se prenderemo le decisioni giuste adesso, l’Europa potrà competere e vincere. Il mercato unico in Europa è una risorsa unica”.
Il sostegno al governo Monti – ha detto Pier Ferdinando Casini – è la prova più consistente e credibile della svolta impressa alla politica italiana. Abbiamo bisogno di persone che credono a un progetto per il Paese. Noi dobbiamo scalfire i monopoli con le liberalizzazioni che significano più concorrenza e attenzione verso i consumatori e i prezzi più bassi per i cittadini.”
Per il leader dell’Udc, l’Europa ha chiesto riforme strutturali. Bisogna dare ai lavoratori salari più alti e affrontare i mercati con una dose più alta di flessibilità. Monti sa che il problema è la crescita e sa che è da affrontare in modo equilibrato. Occorre aiutarlo a trovare convergenze per dare risposte chiare ai lavoratori e alle imprese. I componenti del partito della nazione intendono creare una nuova forza che dia “centralità all’interesse generale nell’azione politica e speranza di crescita ad un Paese disilluso”. Si tratta di dare lavoro ai quasi 2 milioni di giovani italiani tra i 25 e i 34 anni senza lavoro.
Il presidente del Consiglio ha assicurato i lavoratori e le famiglie: “Il governo sta lavorando su diversi fronti in modo sistematico così che ciascuno si renda conto che è richiesto qualche arretramento e qualche sacrificio. Misure per favorire lavoro non precario per i giovani e iniziative per sviluppo economico e infrastrutturale, ricerca, formazione del capitale umano e coesione territoriale”.
Lo Stato è il primo responsabile di tutta la politica del lavoro, cioè il datore di lavoro indiretto che deve provvedere all’emanazione delle leggi che disciplinano il settore lavorativo. Le attività delle società produttive esigono una politica che garantisca il rispetto degli inalienabili diritti delle persone, considerate come soggetto del lavoro e non come “merce”.
L’esigenza di creare ricchezza e sostenere la competizione nel mondo globalizzato non può tralasciare la preminenza dei valori essenziali e il mantenimento della coesione sociale. La globalizzazione, che mira soltanto al primato dell’economia e della finanza, scardina l'economia sociale di mercato, controllata dalle leggi che salvaguardano le varie attività che producono ricchezza e benessere.
Il compito dei governanti è quello di emanare una legislazione che garantisca un’ordinata convivenza sociale nella vera giustizia perché tutti i lavoratori possano trascorrere una vita dignitosa. Il lavoro è una dimensione fondamentale dell'esistenza dell'uomo che rimane sempre il soggetto della sua attività e di qualsiasi prodotto che ne scaturisce. L’operaio ha anche una vita familiare che è un diritto e una sua vocazione naturale. La perdita del salario del capo famiglia mina alla radice l'unità fondamentale della società.
Si chiede di ritrovare il primato dell'economia reale su quella finanziaria, governando la globalizzazione e risolvendo il problema del debito pubblico. I pilastri del popolo italiano rimangono “il senso della famiglia, il gusto della qualità della vita, la tradizione religiosa e l’amore del bello”.

domenica 1 gennaio 2012

Il futuro appartiene al popolo italiano

IL PARTITO DELLA NAZIONE
SI COMPATTA PER LA POLITICA

“Riusciremo a uscire dal tunnel della crisi - ha detto Giorgio Napolitano - a 150 anni dall’Unità d’Italia con l’arma vincente della coesione”.
Il Presidente della Repubblica riscontra la necessità “di recupero dell’orgoglio nazionale, in reazione a stati d’animo di disagio, incertezza e frustrazione. Il Paese ha perduto terreno, ha visto offuscarsi la propria immagine, il proprio prestigio, la propria dignità”.
Per Napolitano “si è diffusa la convinzione che dei sacrifici siano inevitabili per tutti e che emerge tra i cittadini la preoccupazione di assicurare un futuro ai figli e ai giovani. Non c’è futuro per l’Italia senza rigenerazione della politica e della fiducia nella politica. Occorre una nuova forza motivante perché si sprigioni e operi la volontà collettiva indispensabile; occorrono coraggio civile e sguardo rivolto con speranza fondata verso il futuro”.
“La fiducia dei mercati si perde con facilità - ha sostenuto Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia - ma si riconquista con impegno costante e continuo”. Per Mario Monti, presidente del Consiglio dei ministri, “questa è una profonda verità”. Il premier rassicura i lavoratori e le famiglie: “Il governo sta lavorando su diversi fronti in modo sistematico così che ciascuno si renda conto che è richiesto qualche arretramento e qualche sacrificio. Misure per favorire lavoro non precario per i giovani e iniziative per sviluppo economico e infrastrutturale, ricerca, formazione del capitale umano e coesione territoriale, attuando riforme in dialogo e negoziato con le parti sociali”.
“Siamo in buone mani – ha sostenuto Pier Ferdinando Casini, dopo aver ascoltato la conferenza stampa di fine anno del Presidente del Consiglio – nelle migliori possibili per guidare il Paese nella drammatica crisi europea”.
Per il leader dell’Udc, la priorità è sostenere il governo. Si tratta di disporre di uomini politici coesi nella loro ferma compattezza per guidare l’Italia con una “nuova casa”, un “partito della nazione”, costituito da persone che credono a un progetto per il Paese, aperto alla società civile e alle sue forze sociali per cambiare l’Italia aggredita dalle “male bestie” dello statalismo, della partitocrazie e dallo sperpero del denaro pubblico.
L’attuale democrazia deve fare i conti con le sfide del mondo globalizzato. Si auspica un diverso rapporto tra individui e società civile, un diverso modo di concepire la dignità della persona e la dignità del suo lavoro, cioè si chiede una maggiore cittadinanza attraverso una maggiore attenzione alla persona e ai suoi bisogni di esistenza. I beni primari della persona non possono essere decisi dalle maggioranze politiche e dai mercati, dominati dagli interessi economici e finanziari di uomini in grado di muovere i loro capitali nel mondo globalizzato.
La società politica necessita di politici che cercano di dare un senso all’esistenza concreta del cittadino che è soprattutto aspirazione alla libertà di realizzarsi nell’ambito di una comunità civile. L’azione del rappresentante del popolo deve mirare alla crescita del bene comune che è fatto di prosperità materiale e spirituale per tutti gli uomini e le donne. Le virtù del politico devono basarsi sul coraggio, la disciplina, il senso dell’onore, lo spirito di giustizia e lo spirito di sacrificio. “Servire il diritto e combattere il dominio dell’ingiustizia sociale è e rimane il compito fondamentale del politico”.
L’attuale crescita degli indigenti evidenzia una forte diseguaglianza tra ricchi e poveri e un fenomeno di ingiustizia sociale. L’attività politica deve basarsi sui bisogni della vita delle persone e dell’esigenza della pace sociale. L’autorità risiede nel popolo che mantiene il diritto e ne dà il diritto a un certo numero di persone, cioè il popolo mantiene il diritto all’autogoverno. Si tratta di governo democratico nel senso che è governo del popolo, da parte del popolo e per il popolo, secondo la formula dell’americano Abramo Lincoln.
Nel momento storico della globalizzazione occorre migliorare l’organizzazione economica mondiale che risulta scompensata con il movimento dei capitali e con le conoscenze tecnologiche. Occorre affrontare i problemi della comunità facendo riferimento al cittadino come persona umana e alla società politica strutturata in grande quantità di società e comunità d’ordine inferiore.
Si tratta di far progredire il Paese nel benessere per tutti i cittadini e di proporre una Patria nella quale tutti gli Italiani si riconoscono e che tutti amano perché è la casa comune di tutti.