martedì 17 giugno 2025

POEMA STORICO "Cleofe Malatesta despoina di Mistrà"

Prefazione

di Giuseppe Aletti

Un poema storico tra i fasti di Bisanzio

e l’eco della minaccia ottomana.

Francesco Liparulo, con stile rigoroso e afflato lirico, rico-

struisce nella forma della poesia in rima incatenata la figura

storica e il contesto di Cleofe Malatesta, principessa italiana

andata in sposa a Teodoro II Paleologo, despota della Morea.

Siamo negli anni turbolenti del XV secolo, quando l’Impero

bizantino si avvicina al suo crepuscolo e le potenze europee

tentano di preservare il fronte orientale della cristianità contro

l’espansione ottomana.

Il testo è organizzato in canti tematici, con ambientazioni

che vanno dalla città fortificata di Mistrà alla corte veneziana,

passando per mercati, chiese, porti e palazzi imperiali. Il tutto

è narrato in versi ottonari a rima baciata, con un linguaggio

volutamente arcaizzante ma comprensibile, che richiama l’e-

pica cavalleresca e la poesia storica di stampo dantesco.

Il tono è solenne ma mai distaccato, capace di evocare tanto

l’intimità dei rapporti personali quanto la portata delle vicen-

de politiche.

Il centro emozionale del libro è Cleofe, “despoina di Mistrà”,

figura storica realmente esistita. Liparulo la celebra come don-

na colta, devota e raffinata, capace di adattarsi al rigore della

corte bizantina pur restando italiana nell’animo. Non è una

semplice sposa di rappresentanza: è attiva nella vita sociale,

religiosa e diplomatica del despotato.

La sua presenza è un punto d’incontro tra Occidente e

Oriente, tra cristianità latina e ortodossa. Cleofe è anche sim-

bolo di pace, unione e bellezza: il suo impegno nella carità

e nella promozione delle arti fa di Mistrà un polo culturale

rinascimentale in anticipo sui tempi.

Il libro è attraversato dalla consapevolezza del declino bizan-

tino. La capitale, Costantinopoli, è minacciata dall’esercito di

Murad II e dai giannizzeri, e i protagonisti del poema discuto-

no con apprensione delle sorti dell’impero. L’azione si sposta

spesso su Corinto, sul Peloponneso e su Tessalonica, mostran-

do come la pressione ottomana sia inarrestabile e come le al-

leanze siano fragili.

Liparulo mette in scena uno scontro epocale: la decadenza

di Bisanzio contro l’ascesa del mondo islamico. Ma non lo

fa con toni bellicisti; piuttosto, sottolinea l’inefficacia politica

dei bizantini, la corruzione interna e le divisioni dottrinali che

impediscono un fronte comune cristiano.Un tema ricorrente è la tensione religiosa tra cattolicesi-

mo e ortodossia. Cleofe, in quanto sposa latina, è una figura

ambivalente: la sua presenza nella corte bizantina costringe

entrambi i mondi a dialogare e convivere, pur tra diffidenze

reciproche.

L’autore presenta momenti di fede autentica, come le pre-

ghiere nella chiesa di San Nicola e le processioni con icone

sacre, ma non manca di mostrare anche i limiti della Chiesa,

come la sua distanza dai bisogni del popolo o l’eccessiva in-

fluenza politica.

Mistrà, sotto la guida di Teodoro II e Cleofe, è ritratta come

una città fiorente, centro culturale e commerciale. Il libro de-

scrive in dettaglio i mercati, i tessuti pregiati veneziani, le bot-

teghe degli artigiani, i banchetti imperiali e le fiere.

Particolarmente vivace è la scena in cui il mercante venezia-

no Nicolò dialoga con il guardiano del kastron e poi con gli

arconti locali. Il poema mostra la ricchezza materiale di un

mondo che, tuttavia, è sul punto di essere travolto dalla storia.

“Cleofe Malatesta, despoina di Mistrà” è molto più di un po-

ema storico: è una cronaca epico-poetica di un mondo in bi-

lico, narrata con passione e rigore. Liparulo, in versi densi e

ricchi di riferimenti, riesce a trasportare il lettore in un’epoca

complessa, fatta di fasto e fragilità, di spiritualità e decadenza,

di slancio artistico e inquietudine geopolitica. Un’epoca a ben

vedere non molto lontana da questa, viviamo sue due mondi,

uno in via di estinzione e uno che già intravediamo, in cui la

precarietà esistenziale è un pilatro che sembra ineludibile.

Chi ama la storia bizantina, la letteratura epica e le figure

femminili forti troverà in Cleofe un personaggio memorabile.

Ma anche chi cerca una riflessione sul declino delle civiltà e

sul potere della cultura contro la barbarie potrà leggere questo

testo come una grande allegoria moderna.




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