lunedì 13 giugno 2016

Passerella di politici per separare Mestre da Venezia

NULLA DI FATTO PER I COMITATI 
INTERESSATI A 2 AMMINISTRAZIONI  
Alle 21.25 di giovedì 9 giugno in Ca’ Loredan, sede del Consiglio comunale di Venezia, la Giunta “Brugnaro” impone la sua volontà ai comitati promotori dello smembramento amministrativo del grande organismo vivente del “Comune dei Veneziani”. Le opinioni diverse dei consiglieri del variegato tessuto politico amministrativo che sostengono il sindaco luigi Brugnaro provocano una lacerazione che porta al seguente esito di votazione della delibera n. 189 del 2016, avente come oggetto il Progetto di legge regionale n. 8 di iniziativa popolare “Suddivisione del Comune di Venezia nei due comuni di Venezia e Mestre”:

Presenti 36,
votanti 28,
favorevoli 22,
contrari 6 (Elena La Rocca e Davide Scano del Movimento 5 Stelle, Giovanni Giusto e Silvana Tosi di Liga Veneta e Lega Nord Padania, Monica Sambo del Partito Democratico e il senatore Felice Casson),


astenuti 4 (tra cui Sara Visman del Movimento 5 Stelle e Andrea Ferrazi del Partito Democratico), non votanti 4 (tra cui tre della Lista Brugaro Sindaco tra cui Renzo Scarpa).
Quali gli eventi e i fatti politici nella sale delle riunioni consiliari?

Alle 17.40 la dott.ssa Ermelinda Damiano, presidente del Consiglio comunale invita i consiglieri ad esprimersi sull’ordine dei lavori per la delibera n. 189, cioè per la separazione di Mestre da Venezia.
“Un chiarimento - chiede Sara Visman del Movimento 5 Stelle - dal dott. Francesco Vergine (Vice Segretario Generale e direttore del Settore Affari Generali e Supporto Organi) su questa delibera, si era riservato di vedere come si era arrivati alla delibera, si era riservato di dare precisazioni stamattina in Commissione. Non si sa chi l’abbia scritto la delibera. Ho chiesto chiarimento su modalità”.
“Non ho sentito questa mattina - risponde il dott. Vergine - mi è sfuggito. La delibera è stata scritta da me personalmente con l’auto dei funzionari. C’è il Parere di regolarità tecnico-amministrativa attestante la regolarità e la correttezza dell’azione amministrativa e di regolarità contabile perché il Consiglio possa valutare. Se è quello che chiede Visman, penso di aver risposto”.
Il sindaco è invitato dalla presidente ad esprimere una considerazione sulla delibera.
“Non siamo chiamati - dice Luigi Brugnaro - ad esprimere parere su fattibilità ed esecuzione del Referendum. Stiamo proponendo questa delibera. La risposta si compone di 2 parti. Ci sono 2 questioni; una di merito e l’altra di fattibilità. Sul merito, c’è tempo per approfondire. Siamo contro la separazione perché sciocchezza incredibile. Sono sempre stato per la difesa dell’unità e allargamento della città.

Oggi per la 5^ volta c’è la richiesta di far votare i cittadini sempre sullo stesso tema. È legittimo che ci siano idee diverse, ma prima di porre per l’ennesima volta la richiesta all’attenzione dei cittadini dopo 4 volte, devo fare verifica di legittimità se questo è possibile.
Pensiamo che non ci sia nessuna legittimità di fare referendum.
Se ci diranno che è illegittimo, allora faremo il Referendum. Dividere la città per alcuni calcoli meschini personali, parlo di alcune persone che per meschini interessi sono determinati sulla richiesta che si sta facendo per fare il Referendum.

La domanda, per questa raccolta di 9.000 firme, poteva essere accolta in base alla legge Regione Veneto n. 25/1992 recante “Norme in materia di variazioni provinciali e comunali” che in base all’art. 3, comma 1, lett.b), regolamentava il procedimento istitutivo di un nuovo comune a seguito dello scorporo di parti del territorio da uno o più comuni, ipotesi rappresentante una delle possibili forme di variazione delle circoscrizioni comunali.
Purtroppo è intervenuta la legge n. 56/2014. La legge n. 56/2014 ha istituito la città metropolitana di Venezia, con efficacia dall’8 aprile 2014, e ne ha disciplinato l’ordinamento attribuendo al sindaco di Venezia il ruolo essenziale di Sindaco metropolitano e conferendogli altrettanto essenziali poteri di impulso per la convocazione e la presidenza degli organi del nuovo ente.
La procedura che ha l’obiettivo di dividere l’attuale comune di Venezia in due comuni autonomi sembra entrare in conflitto con l’applicazione della legge n. 56, la legge Delrio, tenuto conto altresì che la normativa relativa alla città metropolitana, capoluogo di Regione, contempla che deve essere questo Consiglio comunale a volerlo fare. Il Comune capoluogo deve proporre, con delibera del Consiglio comunale,
il Referendum con il Giudizio di ammissibilità della proposta di legge popolare (art. 6 L.R.V. 1/1973) e con il Giudizio di meritevolezza (art. 5 L.R.V. 25/1992).

La cosa che state facendo è illegittima, penso che qui ci sia stata mistificazione. Non c’è considerazione della nuova legge che è intervenuta.
Adesso do parola al mio vicecapo di gabinetto Derek Donadini per ricostruire in quanto non sarà il Consiglio comunale che darà il via al Referendum illegittimo”.

“La delibera - afferma alle 17.53 Donadini - da un punto di vista tecnico si compone di 2 parti. La legge regionale n. 25/1992 si applica soltanto ai comuni non metropolitani. Per gli altri vale la legge Delrio. Il referendum si farà dopo. Nella parte b trovate le ragioni di opportunità storica, culturale, sociale ed economica. Non si dovrebbe articolare il territorio in 2 comuni. Questa è la delibera sottoposta al Consiglio”.
“Dalle dichiarazioni - sostiene Felice Casson alle 17.58 - non si capisce quali siano i termini del parere”.
“Abbiamo fatto delibera - risponde Brugnaro - che va alla Regione Veneto”. Casson dice: “Non prenda in giro”.
“Votiamo - chiede Andrea Ferrazzi alla Presidente - se i cittadini possono praticare i Referendum?”.
“Oggi - sostiene il sindaco - votiamo sulla risposta, questa delibera risponde alla richiesta di parere della Regione”.
Elena La Rocca, capogruppo del Movimento 5 Stelle, afferma di essere allibita per il fatto che il Luigi Brugnaro, prima della sua elezione a sindaco, aveva firmato un atto con i suoi sostenitori per la celebrazione del Referendum e mostra copia del documento sottoscritto dal candidato sindaco per la suddivisione delle amministrazioni di Mestre e di Venezia. La consigliera ritiene che non ci sia contrapposizione tra norme costituzionali e legge Delrio in quanto entrambe disciplinano la materia. L’articolo 133 della Costituzione italiana (... La Regione, sentite le popolazioni interessate, può con sue leggi istituire nel proprio territorio nuovi Comuni e modificare le loro circoscrizioni e
denominazioni) ha prevalenza sulla Delrio e disciplina direttamente la costituzione dei nuovi comuni. La Delrio non dice che è competente la città metropolitana per dividere il Comune”. Monica Sambo (Partito Democratico e presidente della I Commissione consiliare) ritiene che ci sia stata una “volontà per usurpare la competenza della I Commissione e che non ci sia stato un pieno dibattito, un dibattito serio”.
Alle 18.16 Luigi Casson ritiene che l’articolo 133 della Costituzione è norma che non può essere modificata nemmeno da una legge nazionale. La legge regionale 25/1992 come legge speciale dice come intervenire sulla modifica del territorio. La legge Delrio non interviene su queste cose. Il voto non potrà che essere favorevole”.
“La Regione - sostiene Brugnaro alle 18.25 - ci ha chiesto un parere. Abbiamo detto che se la Regione dice che è legittimo il Referendum, tireremo il freno. Sarà un giudice a decidere se è legittimo o meno. Noi riteniamo che non è legittimo”.

“Oggi il Consiglio comunale - afferma Saverio Centenaro di Forza Italia - per la 5^ volta è chiamato ad esprimersi per mettere fine a questa “querelle” che si presenta in città. Ritengo che questa sia e debba essere una occasione storica per soddisfare i bisogni della città.
Mestre sarà migliore di oggi se la separiamo da Venezia?

Quello che dobbiamo fare è dare fisionomia a questa città, fare condivisione per quella città che stiamo costruendo. Siamo favorevoli alla delibera”.
“La Lega Nord - afferma Silvana Tosi di Liga Veneta Lega Nord - sempre a favore a forma di autodeterminazione. Il Referendum è democrazia diretta che non si può negare a 9.000 cittadini. Io non nego la libertà di scelta dei cittadini, noi non neghiamo la libertà di scelta alla città. Nell’accordo politico firmato il 5 giugno 2015 tra Luigi Brugnaro, Gian Angelo Bellati e Alberto Semenzato c’è scritto: “Deve essere ricercata con ogni mezzo l’elezione democratica del sindaco metropolitano con conseguente divisione amministrativa dei comuni di Venezia e Mestre e deve essere ricercata la celebrazione del Referendum per la creazione dei Comuni di Mestre e Venezia e, nel frattempo, la definizione precisa dei bilanci in entrata e in uscita delle aree di Venezia Insulare, Lido-Pellestrina, Mestre, Marghera”. Chiediamo al sindaco di onorare l’accordo del 5 giugno 2015, firmato prima del ballottaggio. Ha vinto con 10.000 voti dei nostri elettori. Non voterò questa proposta di delibera. Noi voteremo contro questa proposta di delibera perché non vuole il Referendum”.
“Il parere è consultivo - sostiene alle 18.42 Deborah Onisto di Forza Italia - noi non abbiamo nessun potere per fermare il Referendum. Dobbiamo avere consapevolezza, non interviene su possibilità di indire il Referendum. Questo Consiglio comunale deve dare parere su separazione di 2 comuni, parere che ci vede in linea. Forza Italia è sempre stata contraria alla separazione. Se c’è continua spinta separatistica, abbiamo il dovere di tener conto anche del disagio vissuto da questa minoranza. La Regione si faccia carico della responsabilità che le compete per indire un Referendum”.
“Nell’inverno 2013 - 2014 - afferma alle 18.46 Renzo Scarpa della Lista Brugnaro Sindaco - incominciammo a ragionare per dare autonomia perché la situazione politica e istituzionale del territorio era di autentica disperazione. Il Comune era retto da 25 anni con la stessa politica e stessa autonomia. Ragioni di pura sopravvivenza. La città declinava in modo spaventoso. In 25 anni persi 60.000 abitanti. Le ragioni non erano nella mancanza di risorse ma nella incapacità dei dirigenti di affrontare problemi economici. C’era idea di creare 2 città omogenee.
Per dare la possibilità di riscatto ha mosso Luigi Brugnaro a scendere in campo. Andrebbe evitato di vedere un contrasto tra noi. Sbagliato confronto tra noi. Regione e Amministrazione comunale non si parlano. Imposta votazione delibera. È incoerenza, è errore votare questa delibera”.
Battimani del pubblico.
“Adesso il sindaco - afferma alle 18.50 Sara Visman del Movimento 5 Stelle - viene a dirci: “Leggete la delibera , è tutta lì, la votate. Non è la strada migliore per un parere del Consiglio comunale. Ci ha detto che la paternità è sua e poi andare in Regione. È partire dalla coda. Nostro obiettivo è dare visione ai cittadini e lo abbiamo chiesto in tempi non sospetti”.
“Io mi sono espresso molto chiaro - dice Nicola Pellicani della Lista Civica Casson - sono contrario alla divisione del Comune. Ci sono problemi che aspettano una risposta da decenni. Una separazione porterebbe a un contenzioso infinito come è successo con Cavallino. Occorre ragionare su vantaggi e svantaggi. La visione è investire su città metropolitana che è partita con grande difficoltà, con conflitto con la Regione”.

“Sento il dovere - dice l’assessore al Bilancio Michele Ziuin - di intervenire”.
Davide Scano del Movimento 5 Stelle interviene alle 19.26 ed esclama: “In questo consesso?”. “Dove è scritto - dice la Presidente del Consiglio - che non possa parlare un assessore?”.

“Se aveva senso la separazione 10 anni fa - continua Zuin - ora invece siamo in un momento antistorico soprattutto dal punto di vista finanziario. Non vi rendete conto che non c’è più niente da spartire. Abbiamo un bilancio che si regge su stuzzicadenti. Abbiamo 800 milioni di debito e qualcuno parla di separazione, per andare dove? A morire. Stiamo co il defibrillatore. Voi volete 2 città morte”.
“Davide Scano - dice Andrea Ferrazzi - ha posto una questione: “Gli assessori non sono consiglieri, possono intervenire ma non hanno titolarità”.
“Su ordine dei lavori - risponde la dott. Damiano - può intervenire chiunque”.
“Anche il Referendum - afferma alle 19.31 Paolino D’Anna della Lista Francesca Zaccariotto - Venezia Domani - è strumento di dispendio di risorse pubbliche. Nel caso di questo Referendum si vuole solo la visibilità. No a questo Referendum”.
“Non dobbiamo trascurare - sostiene Francesca Zaccariotto, assessore ai Lavori Pubblici - che stiamo dentro città metropolitana, occorre calarsi nella realtà attuale e unirsi per una economia di scala, per razionalizzare le risorse umane. Se operazione di separazione poteva avere senso nel passato, ora sarebbe devastante. Venezia è la quinta tra le 10 città metropolitane. Fare quello che è razionale, il Futuro”.
“Cercherò di tralasciare - dice Davide Scano alle 19.51 - le valutazioni meta giuridiche che ho sentito. Alcune espressioni della proposta di delibera n. 189 non hanno nulla a che fare con ordinamento giuridico. È stato detto che “la Delrio è legge che compenetra le norme costituzionali. Ho studiato Legge; leggo: “Ordinamento che compenetra norme di rango costituzionale”, non lo

avevo mai sentito. Poi, la Delrio “di diretta derivazione costituzionale”, non si sa cosa vuole dire, però fa scena. Queste espressioni “non significano una fava”. La legge Delrio è legge ordinaria. Per il porto non si è detto nulla su nuovo Disegno. Sulle acque , sulla Marittima, il sindaco non è intervenuto”.
Alle 20.00 si chiude il dibattito generale e si passa agli emendamenti che non ottengono il voto favorevole per la discussione in quanto hanno il parere tecnico amministrativo contrario.
Alle 20.51 la presidente invita i consiglieri a fare dichiarazioni di voto sulla delibera.
“5 anni fa - dice alle 21.01 Giovanni Giusto di Liga Veneta Lega Nord - la Lega avrebbe sostenuto questo Referendum. La nostra dichiarazione continua come quella di 5 anni fa. Coerenza: Votare contro questa delibera”.
“Abbiamo assistito a debolezze e paura - sostiene Andrea Ferrazzi - avrei voluto che i cittadini andassero a votare”.
“Credo - afferma Nicola Pelicani alle 21.14 - che su questi temi dobbiamo cercare di impegnarcisi più, affrontare quelli che sono i temo che hanno indicato i propositi del Referendum. Il nodo da sciogliere è favorire il passaggio delle funzioni alla città metropolitana. L’Amministrazione non ha saputo definire obiettivi e scenari. Votazione è astensione”.
Monica Sambo del Partito Democratico dice: “Il mio voto sarà contrario”.
“Mi trovo molto in difficoltà - afferma Sara Visman del Movimento 5 Stelle - perché si è voluto dare un senso per chi vota; chi vota a favore della delibera è per l’unione; chi vota contro la delibera è per la separazione del Comune. La delibera chiede un’accozzaglia mdi tante cose da mettere in dubbio la legittimità. Ho trovato sbagliato il fatto che non si è dato il modo in Commissione di entrare nel merito. Mesi fa c’era tempo. La mia posizione sulla divisione non la dirò. Solo se si dovesse andare al Referendum. La mia posizione è che si possa andare a votare, che la gente possa esprimersi. Non voterò questa delibera. La discussione è partita in modo sbagliato. Non posso votare questa delibera”.

Il sindaco dice: “Solo una precisazione: “Ce l’ha posto la Regione la domanda”. Ci viene fatta richiesta dalla Regione e stiamo dicendo che non siamo d’accordo per la divisione”.
Francesco Liparulo - Venezia 

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